Ambiente: e se provassimo a guardarci indietro?

09.12.2019

In un momento storico in cui l'ecosostenibilità è balzata al primo posto nelle agende politiche di tutto il mondo, provo a proporre qualche spunto di riflessione, che può sembrare provocatorio, ma che, secondo me, trova qualche motivo di essere. 

Si parla sempre giustamente di futuro, ma spesso, e questo in tutti campi, lo si fa azzerando la storia passata, che invece ho sempre pensato costituisca le fondamenta per costruire quello che è e quello che sarà. Partiamo da un assunto realistico: oggi l'energia elettrica è purtroppo ben lungi dall'essere prodotta da fonti rinnovabili ed ecologiche. Solo per fare un esempio, la avanzatissima Germania è la nazione europea dove esiste il maggior numero di centrali a carbone, nella migliore delle ipotesi i combustibili fossili sono ancora il primo metodo per ottenerla. La tecnologia oggi ha invaso le nostre vite e le nostre abitazioni, dato per reale l'assunto precedente, il proliferare di dispositivi alimentati ad elettricità, potrebbe essere nel mirino al posto delle pulitissime automobili diesel e benzina attualmente prodotte. Provate a pensare quanti dispositivi elettronici avevamo in casa fino ad una ventina di anni fa: numero di televisori, elettrodomestici, senza parlare di smartphone, computer, tablet e quant'altro. Moltiplicate tutto questo per la popolazione mondiale dei paesi sviluppati e vi accorgerete che forse una presa di coscienza in questo senso andrebbe quantomeno discussa. Passiamo alla questione plastica. Ricordo che una volta acqua e qualsiasi altra bevanda erano consumate praticamente solo da bottiglie in vetro, Si pagava una cauzione all'acquisto che veniva rimborsata alla restituzione dei vuoti. Semplice, quanto ignorato ai giorni nostri. 

Avete poi fatto caso alla quantità di plastica che produciamo nell'uso domestico, bene io ricordo che nel passato le bottigliette in plastica si utilizzavano solo in occasione di "pic-nic fuoriporta". Gli alimenti non erano tutti e ribadisco tutti, imballati e preconfezionati, c'era un altro modo di fare la spesa, un modo che faceva bene all'economia di botteghe e commercianti, inattuabile forse oggi, ma se magari tornassimo, quando possibile e cibarci di alimenti freschi, locali e di stagione, potremmo dare un contributo per salvare il salvabile del tessuto economico del nostro Paese, almeno quello che è rimasto, ed all'ambiente. 

Vivere in maniera più sostenibile non vuole dire, secondo me scagliarsi contro le automobili che oggi hanno raggiunto livelli di contenimento delle emissioni che hanno dell'incredibile, e consumare poi milioni di Kw per strumenti non sempre indispensabili, Kw prodotti da centrali che emettono molte più sostanze dannose delle povere e facilmente identificabili come capro espiatorio, automobili. 

Il consumismo eccessivo fa molti più danni. Una volta si sostituivano gli oggetti quando si rompevano e non erano più riparabili, oggi perché ogni tre mesi ci convincono che quello stesso oggetto è obsoleto. Pensateci bene, perché magari per quello che serve davvero, potrebbe non servire buttare tonnellate di rifiuti tecnologici. Solo qualche spunto di riflessione...e un invito a guardaci indietro per costruire il mondo che verrà...perché, lo sappiamo bene noi che abbiamo vissuto questa rivoluzione, non tutto quello che è nuovo ha portato miglioramenti nella qualità delle nostre vite, e non tutto quello che è passato era da buttare.

Marco. Fasoli