Caballero: quando un modello "racconta" un brand

02.05.2019

Cinquant'anni fa debuttava al Salone di Milano il Fantic Motor Caballero: un "cinquantino" che spostava più in alto la concezione di ciclomotore, avvicinandola a quella dei più prestanti ed in voga modelli da regolarità (l'enduro allora si chiamava così). Sogno di ogni quattordicenne appassionato di motocicli e di fuoristrada, Caballero è rimasto tale fino alla chiusura del marchio Fantic Motors. Aggiornato, declinato in diverse cilindrate da 50 cc, 100 cc, 125 cc., Caballero ha interpretato il ruolo di motocicletta facile e leggera, specialistica quanto basta, rimanendo al tempo stesso accessibile e poco impegnativa rispetto alla concorrenza più blasonata, Ktm e Zundapp su tutte. Due anni fa il grande ritorno, non una semplice replica del passato, ma un modello che della sua iconica antenata riproponeva solo quei concetti di semplicità, leggerezza e accessibilità. La nuova Caballero, oltre che un grande segnale di rilancio per lo storico marchio, ha saputo concentrare su di sé, come poche altre motociclette, le attenzioni del pubblico e degli addetti ai lavori. Dalla presentazione del primo concept alla produzione di serie, fino all'arrivo nelle concessionarie dapprima nella versione 125 e poi 250 e 500, anche il prolungarsi dell'attesa, ha contribuito ad alimentarne l'attesa. Oggi Caballero è una moderna scrambler in grado di attrarre un pubblico quanto mai trasversale: i non più giovanissimi che hanno guidato, o semplicemente visto o sognato l'antesignana, i giovani che tanto stanno apprezzando questa tipologia di motocicletta sia dal punto di vista dell'immagine che della fruibilità, i nuovi motociclisti e "motociclisti di ritorno" che trovano nel nuovo Caballero una moto semplice e divertente, in grado di mettere d'accordo sia i lati più edonistici del possedere un bell'oggetto, sia quelli più razionali in tema di versatilità e accessibilità. Proporre qualcosa di completamente nuovo che conservi però il fascino della propria storia per conquistare una fetta il più ampia possibile di potenziali clienti, ci sembra un compito svolto egregiamente da Fantic Motor. Un esempio in questi tempi complicati in cui occorre proporre prodotti sempre innovativi e tecnologici, con il rischio però di perderne l'anima e gli aspetti più emozionali ed evocativi, o al contrario troppo tradizionali e legati al passato per attrarre nuovi target. Il perfetto bilanciamento tra questi due aspetti credo sia l'alchimia su cui si giocheranno il futuro i marchi tradizionali e consolidati, l'unica strada per mantenere il proprio status difendendolo da new entry che non possono che spingere solo in una direzione: un compito più semplice, in mancanza di una difesa, rivalutazione e racconto della propria storia da parte dei primi.

Marco Fasoli