Chevrolet Camaro: molto più di una “muscle-car”

04.02.2019

Facendo il mio lavoro, difficilmente mi capita di provare una vettura che mi sorprenda, normalmente so già più o meno cosa mi aspetterà, le caratteristiche e, confesso, anche cosa vi racconterò, almeno a grandi linee. Per questo quando mi è stata data la possibilità di avere in uso una Chevrolet Camaro 2.0 Turbo, ero sicuro di parlarvi della tradizione "made in Usa", di muscle-car, pony car, linee affascinati che non passano inosservate, insomma nulla di nuovo sotto al sole. Invece no, vi racconterò una storia diversa. Dopo essere stato ammaliato dalle forme scultoree e affilatissime, come inevitabile davanti ad una Camaro, sono infatti salito a bordo e qui la prima sorpresa che ha condizionato positivamente tutta la mia esperienza di guida. L'abitacolo sembra cucito addosso al pilota come un attillato abito sartoriale, tutti i comandi sono esattamente dove dovrebbero essere, ergonomicamente perfetti; la posizione di guida è quanto di più coinvolgente e su misura per divertirsi si possa desiderare, ma anche comoda, il bellissimo volantino sportivo verticale risulta lo strumento perfetto per "sentire" la vettura e precisissimo nel trasmettere alle ruote le intenzioni del guidatore, un interfaccia uomo-auto davvero eccellente. 

Nei trasferimenti autostradali ho apprezzato la grande silenziosità sia meccanica che aerodinamica, nonostante monumentali, quanto bellissimi cerchi da 20", con la sezione posteriore da ben 275, la comodità dei profumatissimi sedili in pelle ed anche consumi di carburante piuttosto contenuti. Uscito dall'autostrada, la strada ha cominciato a farsi più tortuosa e qui, un assaggio delle doti di reattività, maneggevolezza e precisione di guida che non ti aspetti da una vettura di queste dimensioni. Il giorno seguente queste doti si sono ancora più messe in mostra in un percorso tipicamente montano. Questa Camaro ha un bilanciamento ed un assetto incredibili, freni Brembo ed una precisione nell'eseguire i comandi (anche in condizione di aderenza precarie), da farmi ripromettere che alla prossima occasione che avrò, potrei tranquillamente portarla in pista. Uno dei segreti di questo bilanciamento risiede nello spostamento del motore molto vicino all'abitacolo, con un grande vantaggio in termini di distribuzione dei pesi e baricentro. 

Per rendere l'idea, tra una soluzione tradizionale e quella adottata da Chevrolet, si riscontrano gli stessi benefici che si provano passando da una vettura con motore posteriore a sbalzo ed una con motore centrale, per rendere l'idea, fatte le debite proporzioni, quella che si percepisce tra una 911 ed una Cayman. Come avrete capito, la vettura mi ha entusiasmato, come ho apprezzato la semplicità della plancia dalle forme pulite e lineari, rassicuranti e la chiarezza dell'head-up display (Chevrolet è stata una delle prime Case ad introdurlo su Corvette), tanto più utile in tempi di autovelox e controlli. Si perché, sebbene sia la piccola di famiglia, questa Camaro 2.0 Turbo ha prestazioni di tutto rispetto: 275 CV (esiste anche in versione 250 CV), 400 Nm di coppia massima ed uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di 6 secondi. Il cambio è automatico a 8 rapporti ed è possibile scegliere tra tre diverse modalità di guida (Turismo, Sport e Neve). Una gran bella sportiva, facile ed accessibile, ma dal fascino inconfondibile. La mia esperienza di guida è terminata e tra le belle sensazioni che mi ha regalato questa vettura in grado di conquistarmi, vi riporterò anche il sorriso che mi ha regalato un bambino che additandomi ha urlato entusiasta ai suoi genitori: guarda!!!!....Saetta McQueen!!!!!...perché l'unica cosa difficile al volante di una Camaro è....passare inosservati.

Marco Fasoli