L’abbaglio che piace, rimane un abbaglio

08.02.2024

Un pensiero che porto avanti da tempo e che oggi vorrei sviluppare con un esempio.

Penso che la gente (parola che non amo), meglio le persone, gli individui, siano molto diverse da come si raccontano, abbiano desideri diversi da quelli che si sentono quasi in dovere di esprimere per sentirsi "a la page", evoluti e progressisti (non in senso politico, ma nel senso di allineati a quel concetto che nuovo sia sinonimo di buono e figo).

Penso che invece a tutti manchino delle cose, desiderino altro...e che questo non sia niente di quello che abbiamo tutti in abbondanza...banalità lo so, ma manca sempre quello che è diventato più raro, non quello che abbiamo a portata di mano in modo sempre più facile.

Ecco l'esempio: avete visto le folle ai lati delle strade applaudire, sostenere e quasi commuoversi al passaggio dei trattori degli agricoltori?..non in Italia, ma in tutta Europa.

Cosa c'è di più lontano da questo, della vita che viene raccontata e dei modelli super inflazionati che ci vengono proposti come fighi?

Lo ho già scritto...dopo la sbornia, forse siamo arrivati all'hangover e limitandomi alla comunicazione inizierei ad interrogarmi su nuovi modelli, nuovi messaggi, nuovi testimonial, nuove esigenze da solleticare (che forse sono quelle giudicate "fuori moda", fuori dai trend e inaspettate), perché le persone si raccontano in modo diverso ed è facile prendere abbagli, molto "a la page", ma abbagli.

Qualcuno che abbia il coraggio di cambiare paradigma, potrebbe avere grandi vantaggi anticipando e non inseguendo.

Marco Fasoli