Quello che le moto non dicono

07.11.2018

Come ogni anno non mi sono fatto mancare una bella escursione nel mondo delle ruote in occasione di Eicma. Come ogni anno non ho potuto fare a meno di osservare l'entusiasmo dei giovani e giovanissimi ed una passione mai mancata nemmeno negli anni più bui della crisi. Magari non si vendevano più, ma le moto rimanevano nel cuore ed al centro dei discorsi dei giovanissimi molto di più di quanto lo siano, ahimè, le automobili. Non voglio palare di economia, di numeri o di marketing, ma solo di passione.

Su questa differenza tra due e quattro ruote io la mia idea me la sono fatta, almeno osservando la questione dal punto di vista della comunicazione. Come le auto, anche le moto sono sempre più tecnologiche, sicure grazie a sistemi di controllo evolutissimi, elettrificate (oggi anche supersportive e persino Harley-Davidson), cosa c'è allora di così diverso nello scatenare tanta passione nei più giovani? Seppur cambiata, la moto è rimasta sempre legata ai sui concetti che facevano infiammare i cuori di noi nati nei '70 e dei nostri padri. Libertà, piacere di guida, incarnazione di uno stile di vita e rappresentazione della nostra personalità o di quella che vorremmo far percepire all'esterno. La comunicazione non ha mai cambiato i suoi paradigma sulle moto. Piacere di guida, prestazioni, e carattere. A nessuno è mai venuto in mente, di raccontare una moto come se fosse uno smartphone, mettere la centro del messaggio l'infotainment, l'elettronica, le emissioni. Forse nel caso delle automobili il volere inseguire i gusti dei giovani da parte del marketing non è stata la strada giusta. Del resto inseguire non è quasi mai la soluzione. Forse avremmo dovuto continuare a raccontare le automobili parlando di piacere di guida, emozioni, libertà e carattere (inteso come personalità, perché, le auto possono avere la loro personalità, ognuna diversa dall'altra...). Non è un discorso da nostalgico, penso che nelle due come nelle quattro ruote, la tecnologia al servizio del piacere di guida, della sicurezza e del contenimento delle emissioni sia sempre un valore aggiunto e le sue continue evoluzioni imprescindibili. Penso però che non debbano diventare il messaggio principale nel raccontare il prodotto, non debbano sovrascriversi alla bellezza di oggetti che devono gratificare con altre armi. Auspico che la tecnologia diventi (e lo sta già diventando) uno standard su tutte le vetture, allora la partita tornerà a giocarsi sui dettagli che differenziano l'automobile da qualsiasi altro oggetto...

Marco Fasoli