Saloni auto: e se per una volta avessero ragione gli assenti?

25.02.2019

Alla vigilia dell'apertura del salone dell'Automobile di Ginevra, mi sento di condividere alcune riflessioni sul concetto generale di Salone, quello che rappresentava, che rappresenta oggi e lo spazio che potrà avere in futuro, Il mondo è cambiato e forse l'idea di esposizione, nata in tempi ben diversi da quelli di oggi, non ha più molto senso. Le defezioni tra le Case costruttrici sono sempre più numerose. Se Ginevra, conserva ancora in parte il suo ruolo di "salotto buono" dell'automobile , le altre manifestazioni hanno visto e vedono ogni anno allungarsi la lista degli assenti. Eclatante il caso di Volvo, che a dispetto di una gamma profondamente rinnovata con grandi risultati di vendita a livello globale, visione per il futuro e fortissimi investimenti ha deciso di non partecipare più ad alcun Salone e lo ha annunciato con la comunicativamente eccellente presenza "assenza" all'ultimo Salone di Los Angeles dove uno stand più vicino al mondo delle installazioni di arte contemporanea, "esponeva" l'assenza di automobili. Oggi la strada sembra essere quella delle kermesse in stile britannico, alla Goodwood per intenderci. Celebrazioni della passione per l'auto in tutte le sue sfaccettature: miti del passato, competizioni, novità ma contestualizzate e coerenti con il tema della manifestazione. Il salone del Parco Valentino di Torino è una bellissima realtà che porta le auto vicine alla gente, "invade" la città sulla falsariga di quanto avviene a Milano in occasione della Design Week. Insomma le formule vincenti sembrano essere quelle che si svolgono fuori da confini delimitati e istituzionalizzati, sia dal punto di vista fisico che temporale. Cosa è cambiato? Io posso parlare di due aspetti, due punti di vista differenti, avendoli vissuti entrambi. Da un lato quello da appassionato dall'altro quello di operatore della comunicazione. Da entrambi i punti di vista, personalmente, trovo il salone tradizionale molto poco efficiente e meno attraente del passato. Un'esempio da utente appassionato: avevo poco più di 20 anni, dovevo cambiare auto ed ero attratto da una nuova Subaru Impreza che sarebbe uscita in occasione dell'inizio dell'anno. Era quella con i fari davanti tondi e sebbene all'epoca e da quando avevo più o meno imparato a leggere acquistavo ogni genere di pubblicazione del settore, più che in qualche "fotina" non si poteva vedere. Per scoprirla la prima volta dal vivo, conoscerne le caratteristiche bisognava aspettare il Motorshow di Bologna, che all'epoca, strategicamente esponeva anteprime mondiali che sarebbero entrate nelle concessionarie nell'anno successivo. Contavo i giorni, evidentemente gli embarghi erano più rigidi di oggi e non c'era il web...ecco cosa rappresentavano i saloni. Vedevi le automobili per la prima volta e dal mese successivo consumavi la carta stampata dei periodici che solo dopo l'anteprima pubblicavano ogni genere di foto in speciali attesi come una festività pagana. E oggi? Oggi posso scrivere già oggi di tutte le anteprime che vedrete al Salone, per tutti Saloni del mondo. Posso su internet scoprirne tutti i segreti, ufficiali, rubati, "spoilerati"....come volete. Posso seguire in tempo reale i "reveal" e gli speciali che seguono queste manifestazioni, di speciale hanno davvero poco, se non gli investimenti pubblicitari. Tutto ha un che di già visto, manca l'adrenalina del mai visto prima. Questo da appassionato. Per quanto riguarda l'efficacia in termini di comunicazione ho sempre pensato che gli investimenti richiesti per allestire uno stand dove esporre le proprie novità, non sia commisurato alla visibilità mediatica che queste manifestazioni sono in grado di fornire. Ogni novità, nella migliore delle ipotesi sarà inserita in uno spazio condiviso con altre decine e decine di concorrenti, in un frame di servizi TV di pochi minuti in cui ogni auto non può avere che pochi secondi di esposizione, apparirà in fotogallerie (oggi lo voglio scrivere in italiano) sul web con centinaia di immagini. La stessa auto presentata lontana da un Salone avrà come minimo un quarto di pagina sui quotidiani, servizi e fotogallerie dedicati in modo esclusivo.

Anche il lato del business per noi operatori è diventato alquanto aleatorio, nella migliore delle ipotesi si può ottenere un'appuntamento da riconfermare in quanto a fortissimo rischio di finire nell'oblio travolto da una mole di interviste ed impegno da parte degli uffici stampa che ogni Salone comunque richiede. L'impressione che ho sempre avuto negli ultimi anni frequentando questi Saloni, è quella di una grande, interminabile festa, dove nessuno dei partecipanti ha in realtà una gran voglia di esserci, ma deve farlo, un invito a cui non si può dire di no...

Marco Fasoli