Soluzioni per la mobilità?…no, sono ben altro

30.06.2020

Chi mi conosce sa che posso sembrare fin troppo determinato nel portare avanti la mia idea di comunicazione, ma tant'è. Ogni volta che vedo mischiare i concetti di automobile o motocicletta con quelli di soluzioni smart per la mobilità, controbatto sempre che questa confusione rischia di confondere e portare a risultati deleteri. Se si parla di soluzioni per la mobilità, bisogna astrarsi da ogni emozionalità, parlare di numeri, efficienza e razionalità. Ecco allora che in questo ambito è possibile parlare di sharing mobility, di tecnologie per rendere lo spostamento dal punto A al punto B il più efficiente ed economico possibile...possiamo confrontare soluzioni alternative evidenziandone eventuali sprechi, migliore rapidità, minore impatto, possibilità di sinergie tra diversi utenti che possono condividere lo stesso mezzo, intermodalità...tutte disquisizioni che ritengo importanti a livello di city manager indispensabili per progettare la mobilità presente e futura all'interno delle nostre città. Ma non confondiamo questo con automobili e motociclette. Vedere, e lo ho letto, un brand di moto tra i più affascinanti e iconici, con una storia gloriosa ed una gamma di quelle che sa infiammare la passione, pubblicizzare sui social un porte aperte delle sue concessionarie con "vieni a scoprire le nostre soluzioni smart per la mobilità", credo che sia un errore enorme. Questi mezzi sono ben altro, sono rappresentazioni di se', emozione, design, appagamento del proprio sano edonismo, che si tratti di una piccola citycar. Di una moto per gli spostamenti urbani, o di supersportive o di prodotti di marchi leggendari, entrare in una concessionaria e staccare un assegno presuppone una sorta di innamoramento. Vendere e soprattutto raccontare di questi oggetti come di soluzioni per mobilità, sarebbe come descrivere e promuovere un'eccellenza come il Parmigiano Reggiano definendolo e raccontandolo come soluzione per l'alimentazione e l'apporto proteico. In un momento in cui, al netto delle problematiche economiche del Paese, si deve tornare a far ripartire i consumi anche in questo difficile, quanto fondamentale comparto, credo che puntare di più sul lato emozionale sia dei prodotti che del processo di vendita che deve sempre più diventare un servizio di consulenza ad personam, sia una leva importante e con ampi margini di miglioramento.

Marco Fasoli