“Uniformarsi”: per il camaleonte è formidabile, per la comunicazione deleterio

10.05.2019

In un mondo in cui sembra che tutti debbano seguire un copione già scritto, rincorrere imitatori di imitatori, massificare tutti i contenuti, rendere tutto alla portata di tutti, svilendone per questo il valore intrinseco e quello percepito, vorrei provare, nel mio piccolo a raccontare che questa spirale che, come è sotto agli occhi di tutti e ancor di più a chi si occupa di raccontare storie, prodotti, creare contenuti, si può cambiare. Uscire dal coro trovo che abbia un potenziale comunicativo enorme, amplificato dall'omologazione che regna sovrana. L'adattarsi alla realtà, l'uniformarsi in nome di ricerche che dicono che pubblico desidera questo, è un po' come trasformarsi in camaleonti. Questa strategia che per un camaleonte è una formidabile arma di difesa, in comunicazione credo che sia quanto di più deleterio si possa mettere in atto. Per quanto riguarda la comunicazione, continuando a prendere esempio dalla natura, la strategia più virtuosa è quella dei fiori che hanno la loro arma di sopravvivenza nelle colorazioni sgargianti e uniche. Provare a guardare le cose sotto un altra angolazione, a costo di generare paradossi, mi sembra essere l'approccio più stimolante e sfidante che si possa mettere in atto. Se tutti vanno in una direzione, trovare strade alternative mi sembra essere un modo, forse più difficile e rischioso, per dare una visibilità infinitamente più efficace alle proprie azioni. Alcuni esempi: quante mail riceviamo ogni giorno che ci segnalano prodotti, invitano ad eventi, comunicano contenuti, quante attirano veramente la nostra attenzione? Mi capita raramente di ricevere invece inviti o comunicazioni cartacee, confezionate con cura,, e la mia attenzione verso questi messaggi è sempre stata molto più alta. Certo questo tipo di comunicazione è più costosa, difficile, ma anche più mirata, gratificante e referenziale per l'azienda che la mette in atto. Altri esempi: oggi si dice che TV e carta stampata sono finite. I dati raccontano questo, ma questo declino trovo abbia in sé anche opportunità eccezionali per chi ha il coraggio di offrire qualcosa di diverso. Oggi la maggior parte della TV e della carta stampata ha iniziato, secondo me, il suo declino seguendo le tendenze del web. Si tratta in realtà di media diversi e penso che ci vorrebbe una maggior diversificazione di contenuti e qualità con il web. Se si pensa di fare TV e giornali con gli stessi contenuti, gli stessi investimenti, lo stesso sforzo creativo, con cui si lavora sul web, la battaglia è persa in partenza. Il web è imbattibile per velocità, accessibilità e immediatezza dell'informazione, TV e carta stampata dovrebbero invece puntare sulla qualità, sul racconto, sull'approfondimento, inventare contenuti originali e non ricopiare format triti e ritriti nel caso della TV, o riportare gli stessi contenuti che si trovano sul web a costo zero e in anticipo nel caso della stampa. Ovviamente tutto questo ha un costo differente, richiede competenze ed attitudini differenti, approcci diametralmente diversi. Ma oggi tutto è stato uniformato verso il basso sia dal punto di visto del valore attribuito che di quello percepito. Se la sublimazione delle qualità e possibilità che ci da il web sarebbe riprendere tutto in tempo reale...per TV e stampa occorrerebbe costruire, inventare, raccontare, suscitare emozioni, fare sognare. Non è un caso che ci siano prodotti "fuori dal coro" che con coerenza offrono questo con risultati in controtendenza.

Marco Fasoli